Scotch Cape Alaska lighthouse faro 1946 Scotch Cape Lighthouse Alaska faro 1946 tsunami Il 1° aprile 1946 uno tsunami di grandi dimensioni raggiunge le coste dell'intero oceano Pacifico. In foto il faro di Scotch Cap sull'isola di Unimak, Alaska prima e dopo lo tsunami del 1946. Nel faro persero la vita 5 persone e le onde raggiunsero circa i 35m di run-up.  hilobay tsunami alaska 1946 Le onde di tsunami nella baia di Hilo, isole Hawaii Hilo Bay circolo partito politico Hawaii Rovina del circolo del partito politico di Hilo, Hawaii. 

 

Il 1° aprile 1946 un terremoto di magnitudo 8.6 a largo delle isole Aleutine, in Alaska, genera uno tsunami di grandi dimensioni che in poche ore raggiunge le isole Hawaii, la California e le coste dell'intero Oceano Pacifico. La baia di Hilo, nella costa orientale dell'isola di Hawaii, ove sorge la citta di Hilo, principale centro dell'isola, fu raggiunta da un'onda di circa 14 metri di run-up che causò centinaia di vittime e gravi e diffusi danni.

La Guardia Costiera degli Stati Uniti sull'isola di Unimak (la più grande e la più orientale delle isole Aleutine), diramò un avviso telegrafico di allerta, annotando: "Avvertito un forte terremoto. L'edificio ha subito una forte scossa per la durata di 30-40 secondi. Prestare attenzione". La nave Cedar della Guardia Costiera statunitense fu la prima ad avvistare lo tsunami che, impattando la costa, distrusse due capannoni e il faro di Scotch Cap (Scotch Cap Lighthouse), all'estremità sudorientale dell'isola di Unimak. Gli avvisi raggiunsero alcune comunità costiere che presero precauzioni per evacuare le aree costiere. 

Alcune fonti storiche riportano che gli avvisi emenati dalle autorità locali a grandi distanze, ove il terremoto non fu avvertito, produssero effetti contrari attraendo gli abitanti sulle coste e vanificando gli sforzi per la mitigazione del rischio. Alcuni autori sostengono che, essendo l'allerta diramata il 1° aprile giorno del pesce d'aprile, alcuni abbiano scambiato l'allarme e le segnalazioni di uno tsunami per una bufala. 

Certo è che quell’evento portò allo sviluppo delle prime carte dei tempi di percorrenza degli tsunami nell'Oceano Pacifico e, in seguito, venne realizzato il primo sistema di allerta per gli tsunami generati da terremoti, i più pericolosi e i più frequenti.

Nei decenni successivi, vennero realizzati i sistemi di allerta per l’intero Oceano Pacifico, poi più recentemente per l’Oceano Indiano (dopo il grande maremoto del 2004), quello dei Caraibi e quello del NEAMTWS (North East Atlantic, Mediterranean and connected Seat Tsunami Warning System), in cui opera il Centro Allerta Tsunami dell’INGV.

Fonti:
• Lander, J. F., Lockridge, P. A., & Kozuch, M. J. (1993). Tsunamis affecting the west coast of the United States, 1806-1992 (No. 29). US Department of Commerce, National Oceanic and Atmospheric Administration, National Environmental Satellite, Data, and Information Service, National Geophysical Data Center.
• Soloviev, S. L., & Kim, K. (Eds.). (1997). Catalog of tsunamis in the Pacific, 1969-1982. DIANE Publishing.
• Okal, E. A., & Hébert, H. (2007). Far-field simulation of the 1946 Aleutian tsunami. Geophysical Journal International169(3), 1229-1238. https://doi.org/10.1111/j.1365-246X.2007.03375.x