Lo scopo del sistema d’allertamento è quello di garantire un’efficace e tempestiva diffusione dei messaggi d’allerta in caso di eventi sismici che possono dar luogo a tsunami, attivando il sistema nazionale di protezione civile per l’attuazione delle misure d’emergenza e al tempo stesso consentendo ai Paesi che ricevono i messaggi dal CAT-INGV di attivare i loro sistemi di difesa.
A causa dell’elevata sismicità dell’area, le coste di tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo sono a rischio tsunami. Per questo motivo il sistema italiano opera all’interno di un sistema internazionale coordinato dall’UNESCO, utilizzando criteri e procedure comuni a tutti i paesi, stabiliti dall’ICG / NEAMTWS (Intergovernmental Coordination Group del Sistema di Allerta Tsunami del Nord Atlantico, Mediterraneo e bacini connessi).
In questo quadro, il CAT-INGV esegue il monitoraggio dei terremoti che avvengono all’interno della sua area di competenza, il bacino del Mediterraneo. Questo monitoraggio, che si svolge per ventiquattro ore al giorno e sette giorni su sette, si basa su tre tipi di stima:
- stima rapida della localizzazione (ipocentro) e della magnitudo del terremoto;
- stima rapida del potenziale livello di allerta tsunami, in base alla localizzazione e alla magnitudo del terremoto (tramite matrice decisionale) per un insieme di punti predefiniti, chiamati “forecast points” (FP), posizionati nei principali porti e lungo le coste della penisola Italiana e del Mediterraneo.
- calcolo rapido dei tempi di arrivo dell’eventuale tsunami agli stessi FP.
Queste informazioni sono utilizzate per generare e inviare messaggi d’allerta tsunami in caso di terremoti di magnitudo pari o superiore a 5.5. La gravità del livello di allerta dipende dalla magnitudo del terremoto, dalla sua posizione e profondità e dalla distanza di ciascun forecast point rispetto all’epicentro, e viene stabilita in base alla Matrice Decisionale.
Nel caso in cui il terremoto avvenga all’interno dell’area di competenza del CAT-INGV, la magnitudo sia pari o superiore a 5.5, l’epicentro si trovi in mare oppure entro 100km nell’entroterra, la profondità dell’ipocentro sia inferiore ai 100km, viene emesso un messaggio di informazione o di allerta tsunami. Questo messaggio contiene le seguenti informazioni: tempo origine del terremoto (orario), localizzazione (latitudine e longitudine dell’epicentro), magnitudo del terremoto, (intensità) stima del livello di allerta e tempi teorici d’arrivo ai forecast point.
É importante sapere che l’accuratezza delle stime dipende da una complessa elaborazione dei dati sismici, che procede per iterazioni successive (ripetizione di cicli di elaborazione che servono ad avvicinarsi alla soluzione) e richiede il tempo e la potenza di calcolo necessari per acquisire ed elaborare i dati delle stazioni di monitoraggio.
Il programma Early-Est, adottato dal CAT-INGV, effettua una prima localizzazione utilizzando i dati di poche stazioni ed elabora una serie di soluzioni successive a intervalli di un minuto, utilizzando i dati di un numero di stazioni sismiche sempre più grande, diminuendo ogni volta il margine d’errore.
Per le finalità di Protezione Civile è necessario trovare un buon compromesso tra velocità di calcolo e accuratezza dei risultati.
In generale l’accuratezza delle stime utilizzate per elaborare i messaggi di allerta tsunami e la velocità di elaborazione dipendono dalla quantità di dati registrati dai sismografi e dagli algoritmi usati. Maggiore è il numero di sismografi raggiunti dalle onde sismiche, maggiore sarà l’accuratezza delle localizzazioni e della stima di magnitudo.
Di conseguenza, i primi risultati disponibili avranno un’incertezza maggiore di quelli successivi. Per questo motivo le prime stime, disponibili generalmente dopo tre o quattro minuti dal terremoto, non vengono usate per generare un messaggio di allerta tsunami.
Queste informazioni sono formattate secondo un protocollo predefinito a livello internazionale, con una sola ma importantissima differenza: mentre i messaggi inviati agli Stati membri del NEAMTWS sono in lingua inglese, come previsto dagli standard internazionali, i messaggi d’allerta destinati alle componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile (Dipartimento nazionale, Regioni, Prefetture, Comuni etc.) sono inviati in lingua italiana (vedi QUI).