L’innalzamento della linea di costa a Sougia (Creta) provocato dal terremoto del 365 D.C. © Jack Mason, 2014
A partire dal 1600 a.C. ad oggi, nel mar Mediterraneo, si sono verificati almeno 290 maremoti, alcuni dei quali distruttivi. Le coste greche e italiane sono le più esposte al fenomeno e, nel corso della storia, hanno subito i maggiori effetti di tsunami avvenuti nel mar Mediterraneo.
Nel Catalogo degli Tsunami Euro-Mediterranei (link esterno), pubblicato nel 2014 e aggiornato nel 2019, sono consultabili i maremoti storici generati nel mar Mediterraneo e nei mari europei limitrofi a partire dal 6150a.C. fino ai nostri giorni (Maramai A., Graziani L., Brizuela B., 2019) .
Intorno al 1600 a.C., con l’esplosione del vulcano Santorini, nel Mar Egeo, il collasso della caldera causò uno tsunami devastante, con onde alte circa 50 metri, che si propagò in gran parte del Mediterraneo orientale, investendo anche la Turchia, la Siria, l’Egitto e la Palestina che furono devastati dalle onde. Secondo alcune teorie proprio questo tsunami fu la causa dell’improvvisa fine della civiltà Minoica a Creta.
Successivamente, nel 365 d.C. un forte terremoto al largo di Creta, di magnitudo stimata intorno a 8 – 8.5, provocò un forte innalzamento della piattaforma costiera, che in alcuni punti superò i 10 metri. Questo terremoto generò un grande tsunami che provocò migliaia di morti e gravi danni in tutto il Mediterraneo, distruggendo il porto e la famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto, e infliggendo gravi danni ai porti del Medio Oriente, fino a risalire per tutto il Mar Adriatico.
Nel 1303 un altro forte terremoto a largo di Creta produsse un violento maremoto che provocò moltissime vittime e gravi danneggiamenti a Creta, con fenomeni molto intensi anche in Israele e in Egitto.
Oltre al noto maremoto di Messina del 1908 (consulta gli Tsunami avvenuti in Italia e nel Mar Mediterraneo), nel 1956, a seguito di un forte terremoto (magnitudo 7.5) a largo dell’isola di Amorgos (Mar Egeo) si generò uno tsunami con onde che raggiunsero 25 metri ad Amorgos e 20 ad Astipalea, causando forti impatti in tutte le isole dell’Egeo centro-meridionale. Lo tsunami del 1956 raggiunse anche Creta, con onde di circa 2 metri.
Più recentemente, nel maggio 2003, un forte terremoto di fronte alla costa algerina (Boumerdes) ha generato uno tsunami che non ha prodotto danni nelle coste vicine ma si è propagato fino alle coste francesi e liguri. I danneggiamenti più significativi si sono registrati alle isole Baleari, dove le onde hanno causato forti danni a numerose imbarcazioni e inondazioni a Maiorca ed Ibiza. Negli ultimi anni diversi terremoti di magnitudo compresa tra 6.5 e 7 hanno generato dei piccoli maremoti nel Mediterraneo.Lo tsunami avvenuto la notte del 21 Luglio 2017 vicino all’isola di Kos (Grecia) e a Bodrum (Turchia) in seguito al terremoto di magnitudo 6.7, è tra gli eventi recenti più insidiosi, durante il quale sono stati registrati dei runup (altezza topografica massima raggiunta dall'acqua durante un maremoto, rispetto al livello del mare) fino a quasi 2 metri.
Il 30 Ottobre del 2020, un terremoto di magnitudo 7 localizzato a nord dell'isola di Samos in Grecia, ha generato uno tsunami che ha interessato le isole del Dodecaneso e la Turchia colpendo particolarmente la provincia di Izmir (Smirne). Le onde di tsunami hanno raggiunto runup maggiori di 1,5m e, localmente, si sono registrati picchi prossimi ai 2m di altezza. Danni diffusi sono stati registrati nella provincia di Izmir dove si è stato osservato il ritiro del mare seguito dallo tsunami e l'impeto delle acque hanno causato una vittima. Danni anche sulle coste delle isole greche in particolare a Samos, tra le località di Vathy, Kokkari, Karlovasi e la costa nord dell'Isola.