Baratta 1908 Tavole 029 Light WhiteCarta riassuntiva delle osservazioni sullo tsunami del 28 dicembre 1908 estratta dal Volume “La catastrofe sismica calabro messinese (28 dicembre 1908) - Relazione alla Società Geografica Italiana” del Baratta. 

Il 28 dicembre ricorre uno degli anniversari più importanti per la sismologia italiana e mondiale.
Alle 05:20 del mattino del 28 dicembre 1908, si verificò uno dei più forti terremoti del Mediterraneo, con la conseguente formazione di uno tsunami che aggravò la situazione dei danni e delle vittime. I fenomeni generati dal terremoto e dal maremoto sono accuratamente descritti negli articoli pubblicati nel 2020 e nel 2015 (INGVterremoti).

Oggi vogliamo ricordare uno dei contributi più importanti allo studio del terremoto e del maremoto, quello di Mario Baratta, figura di rilievo e studioso dei fenomeni sismici in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Baratta si recò a Messina e Reggio Calabria pochi giorni dopo l’evento, inviato dalla Società Geografica Italiana, e nel 1910 pubblicò il suo studio in un volume di oltre 400 pagine dal titolo “La catastrofe sismica calabro messinese (28 dicembre 1908) Relazione alla Società Geografica Italiana”. 

Tra le tante fotografie e i numerosi disegni e schizzi che accompagnano l’opera di Baratta, mostriamo qui la sua carta riassuntiva delle osservazioni sullo tsunami. Pur non essendo la più aggiornata e completa delle carte sul maremoto, lo studio di Baratta rappresenta un compendio molto interessante e dettagliato dello stato delle conoscenze del fenomeno nei mesi successivi all’evento. Si nota, per esempio, la estrema variabilità dei danni (mappa principale) e delle massime altezze dell’onda (riquadro in basso a destra) osservate a distanza ravvicinata lungo le coste siciliane e calabresi, come accaduto in molti altri tsunami nel mondo. Questa grande variabilità è dovuta principalmente alla conformazione dei fondali marini e alla topografia locale.

Studi sul terremoto e maremoto del 1908 sono stati condotti da vari geologi e sismologi dell'epoca, non solo italiani, tra cui Giuseppe Mercalli, Giovanni Platania e il sismologo giapponese Fusakichi Omori.