Un rombo forte. Un tuono lungo e cupo in mare, come fosse in atto una tempesta.
Il 15 Giugno del 1896, gli abitanti delle prefetture della costa di Sanriku (Giappone) non lavoravano, ma erano in strada per celebrare una festività nazionale.

Erano le ore 19:33 (locali) quando il gran rombo venne percepito dal mare, accompagnato da un lungo scuotimento dovuto a un terremoto.

Dalle alture del distretto di Kesen, appena nell’entroterra, lo tsunami fu visibile immediatamente all’orizzonte, mentre su un tratto di costa di circa 400 chilometri l’oceano si ritirò per alcune centinaia di metri. La stazione idrometeorologica di Miyako segnò l’arrivo della prima onda alle ore 20:07 (locali), poco più di mezz’ora dopo il terremoto. Nelle ore successive furono registrate diverse onde di tsunami: alle 20:15, 20:32, 20:48, 20:59, 21:16 e 21:50. La seconda onda, alle 20:15, misurò il run-up più elevato, con altezze comprese tra i 24 e i 38 metri.

La popolazione, nel pieno dei festeggiamenti in strada, fu investita in pieno dalle onde. Le vittime furono circa 30.000. Più di 10.000 edifici vennero abbattuti dalla forza delle onde, che penetrarono nell’entroterra per alcuni chilometri. Si stima che il terremoto all’origine dello tsunami abbia avuto magnitudo tra 8.1 e 8.5, e sia stato uno “tsunami earthquake”, ossia uno tsunami molto grande rispetto allo scuotimento determinato dal terremoto (Satake et al., 2017).

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Riferimenti bibliografici:
Satake, K., Fujii, Y. & Yamaki, S. Different depths of near-trench slips of the 1896 Sanriku and 2011 Tohoku earthquakes. Geosci. Lett. 4, 33 (2017). https://doi.org/10.1186/s40562-017-0099-y